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La città proibita

Settembre 1997. Le vacanze sono finite e si avvicinano le elezioni comunali. I napoletani, al rientro dalle ferie, trovano la città paralizzata da divieti e da provvedimenti preelettorali, che fanno molto bene alla propaganda, ma molto male alla vivibilità della città.

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Caro Direttore,
anche quest’anno le vacanze sono purtroppo finite. Dico “purtroppo” perché da molti, troppi anni a questa parte le vacanze non assolvono per me, e penso anche per tutti quelli che lavorano, il loro compito principale: quello di farmi desiderare di tornare a casa. E devo dire che, per chi ha la “fortuna” di abitare a Napoli, il problema è ancora più grave: la vacanza dovrebbe essere lunga, anzi lunghissima, per poter poi avere la forza di sopportare il traffico, il degrado, i disservizi e tutti gli altri innumerevoli problemi che la nostra città ci regala quotidianamente, quasi per bilanciare tutte le bellezze naturali di cui il buon Dio l'ha abbondantemente dotata.
Quest’anno purtroppo, se possibile, è andata ancora peggio! Sì, perché la nostra amata amministrazione comunale, approssimandosi la data delle elezioni amministrative di novembre, ha dovuto necessariamente muoversi a fare qualcosa, e non sempre questo qualcosa ha gli effetti che tutti ci augureremmo.
Ma andiamo con ordine.
Uno dei problemi principali che chi vive a Napoli è quotidianamente costretto ad affrontare è quello del traffico. Diciamo che questo è il Problema con la lettera maiuscola, cresciuto negli anni con andamento esponenziale, sia a causa delle condizioni iniziali derivanti dalla peculiare conformazione della nostra città, sia per la completa inazione delle amministrazioni comunali che abbiamo subìto da parecchi anni a questa parte. Non vorrei come al solito peccare di partigianeria, ma mi sembra che l'ultimo che fece qual- che cosa per migliorare la situazione traffico in città fu il Sindaco Achille Lauro. Ma quei tempi appartengono or- mai alla storia remota ed allora si trattava di problemi piccoli piccoli rispetto a quelli attuali. Tanto piccoli che forse persino Bassolino, se fosse stato Sindaco a quei tempi, si sarebbe cimentato ad affrontarli.
Caro Direttore, avrai notato la neanche tanto sottile ironia della mia ultima frase! Il problema del traffico a Napoli è infatti al giorno d’oggi una di quelle cose che, chi ha paura di far brutta figura farebbe bene ad evitare a tutti i costi. Non è certamente roba per il Sindaco Bassolino, che con le chiacchiere e qualche bella festa di piazza è riuscito a far dire in giro che Napoli è risorta ed ha indotto persino un bel po' di turisti a visitarla.
Eppure, con le elezioni alle porte, anche Bassolino ha pur dovuto fare qualcosa. Ora, la ricetta per migliorare la situazione traffico in una città è talmente semplice, che può essere intuitivamente compresa anche da un profano: o si aumentano le strade, o si diminuiscono i mezzi che circolano (ed anche che stanno fermi in sosta).
La prima alternativa è praticabile con difficoltà: Napoli è stretta tra il mare e la collina, ha salite discese e vicoli; andrebbe vissuta a piedi, se fosse possibile.
La seconda può essere interpretata in due modi diversi, uno facile ed uno difficile. Quello facile consiste nello "scoraggiare" il traffico privato a favore di quello pubblico, quello difficile consiste nel rendere il mezzo pubblico più appetibile e conveniente di quello privato.
Vogliamo provare a indovinare quale delle due soluzioni ha adottato la giunta Bassolino?
Ma quella facile, naturalmente!
Per esempio, al ritorno dalle ferie abbiamo trovato che tutta la zona di Chiaia e Mergellina, comunque non particolarmente amata dal nostro Sindaco, è diventata un unico enorme parcheggio a 3000 lire l’ora. Chiaro che a fare la spesa a Mergellina non si può andare più, con grande snellimento del traffico; volendo, non ci sono difficoltà a parcheggiare, persino nelle ore di punta.
Secondo; viale Dohrn è stato definitivamente chiuso al traffico, per cui l'unica direttrice est-ovest è diventata la Riviera di Chiaia, che già un paio d'anni fa battezzai "inferno permanente" e che oggi più che mai merita questo epiteto.
Terzo; qualcuno ha proposto - idea brillantissima! - di recintare tutto il centro storico e di far pagare un pedaggio all'incauto che volesse entrarvi. Ma questo qualcuno non ha pensato che ciò equivarrebbe a spezzare la città in due? Cose simili possono essere proposte in città a struttura grosso modo circolare dove il centro storico è solamente un nocciolo interno molto circoscritto, A Napoli sarebbe solo un’ulteriore limitazione della già scarsa libertà del cittadino.
D'altra parte il mezzo pubblico a Napoli è lento, inaffidabile e costoso. Per quanto si cerchi di scoraggiare con questi metodi a dir poco prepotenti il traffico privato, sarà difficile convincerci a non usare la nostra macchina o, meglio, il nostro motorino. Sì, perché la macchina è già abbastanza scoraggiata da un bel po' di tempo: meglio la vespa, meglio il motorino.
Sarebbe stato molto bello se Bassolino avesse almeno avviato un nuovo corso nella gestione di Napoli, se avesse cioè lavorato per il completamento della metropolitana, dei parcheggi sotterranei, delle corsie preferenziali, di tutte quelle infrastrutture certo costose, ma che possono risolvere alla base i problemi del traffico. Pensate a città come Londra o come Parigi: là non ci sono divieti e barriere, ma nessuno si sognerebbe mai di usare l’auto propria se non per motivi ben giustificati. Là non è "scoraggiato" il traffico privato, ma il mezzo pubblico è tanto conveniente che tutte le persone normali lo preferiscono.
Ma purtroppo questi sono investimenti che non danno risultati a breve: a Bassolino serve qualcosa che frutti nel giro di due mesi, per le prossime elezioni. Quindi, ben venga la lotta ai motorini (peraltro sacrosanta), le crociate contro gli automobilisti cattivi (anche questa sacrosanta, se infrangono la legge), la chiusura delle strade del centro: tutte cose che fanno molta scena e che aiutano a riempire i giornali di belle parole, come se si dovesse far rispettare la legge solo in prossimità delle elezioni. Che importa poi se a Napoli il cittadino comune, quello che non ha spazio sui vari giornali e telegiornali, impieghi mediamente due ore al giorno per fare pochi chilometri per andare al lavoro, immerso nello smog permanente di cui nessuno parla mai e di cui ci si ricorda solo in occasione di qualche idiota e cervellotico provvedimento del Comune?
Nel medio evo le città erano cinte di mura e la sera si chiudevano le porte per impedire ai malintenzionati di entrare. Oggi, alle soglie del 2000, grazie al nostro amato Sindaco, re Antonio I, abbiamo anche questo revival storico-culturale.

Solo che le porte le chiudiamo al mattino e poi... chi è dentro è dentro e chi è fuori è fuori!