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De profundis

Novembre 1995. Per le feste dei Morti il Comune di Napoli organizza un concerto nella Chiesa Madre del cimitero di Poggioreale.

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Caro Direttore,
il nostro sindaco Antonio Bassolino non finisce mai di stupirmi. Tu sai quanto io sia in disaccordo con la sua politica e le sue azioni, ma devo dire che, da buon paesano di Afragola, egli non sarà una cima in fatto di cultura, ma certamente oltre alle scarpe grosse ha il cervello fino.
Già qualche settimana fa, alla festa di Alleanza Nazionale in Villa, nel confronto con Antonio Rastrelli, parlò come un moderato esponente della destra illuminata e tollerante, suscitando lo stupore sia dei suoi compagni di partito che dei suoi nemici politici. Tra questi ultimi, anch'io ho dovuto assistere con un misto di delusione e di stupita e dolciastra soddisfazione ad una scena da "libro Cuore", in cui le differenze politiche tra i due soggetti del confronto non solo erano state smussate, ma erano completamente scomparse. Ma, tant'è, il nostro Sindaco, da buon paesano di Afragola, ha capito che la platea del momento andava blandita con un'immagine confezionata ad hoc, la cui falsità era purtroppo tradita da una tensione interna perfettamente evidente sul viso tirato a lucido del soggetto. Per dirla alla napoletana, il Sindaco stava "nu poco schiattate 'n cuorpo". Ma questo episodio è stato sotto gli occhi di tutti e non ha stupito soltanto me. Quindi, perdonami la divagazione, non è di questo che ti voglio parlare. Veniamo al dunque. Verso la fine di ottobre mi vedo arrivare per posta, su una costosa carta intestata con gli allegri colori giallo e rosso del Comune di Napoli, il cartoncino, che allego a questa mia lettera. Si tratta di un invito, un invito ad un concerto. Tu sai come io ami l'arte e la musica in particolare; quando, leggendo il cartoncino, ho cominciato a rendermi conto dell'argomento dello stesso, mi sono piacevolmente stupito. Ma quando, proseguendo nella lettura, ho preso coscienza che si trattava di un concerto per i morti, che sarebbe stato dato il 2 novembre nella chiesa del cimitero di Poggioreale, il mio stato d'animo è cambiato di colpo ed istintivamente ho dato corso ai debiti scongiuri di goliardica memoria: "Terque quaterque testiculis tactis, ...etc. etc.”
Ma come, Sindaco, una volta che mi inviti a qualche cosa, mi inviti ad un concerto peri morti! Mi sembra come minimo di cattivo gusto! E come ti è venuto in mente di scomodare la chiesa del cimitero per quella che evidentemente deve esserti sembrata una raffinata e colta manifestazione mondana? O cominci davvero a sentirti il nuovo sant' Antonio, in concorrenza con san Gennaro, come osannano sulle riviste di regime (quello vecchio) alcuni componenti della tua claque? La verità è che qui hai tradito la tua vera natura, che ti ha portato inesorabilmente a voler strafare. Ma pensa un po'! Che cosa bella; una messa per i morti! Ma perché non pensiamo piuttosto ai vivi, e non solo a quelli che abitano nelle zone predilette dal Sindaco; agli abitanti del Vomero, immersi perennemente nel traffico e nello smog; a quelli delle periferie degradate, dove è più prudente non uscire soli la sera; o a quelli come me, che vedo il marciapiede di fronte a casa mia, in via Petrarca, trasformato ogni sera in un'allegra alcova collettiva, dove non si usa neanche più il giornale sui finestrini delle macchine per proteggere lo scarso pudore di chi sta dentro ed il desiderio, di chi si trova a passare fuori, di non essere scambiato per guardone. Ma forse sono io che non ho capito. Dio disse: "Crescete e moltiplicatevi." e questo evidentemente è il contributo ai vivi, non solo presenti ma anche futuri, che dobbiamo aspettarci.