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L'incubo

La “Montagna di sale” dello scultore Paladino, che ha “adornato” piazza Plebiscito durante le feste di Natale 1995, ed una ripresa dello scandalo dei telefonini comunali nella primavera del 1996 provocano un piccolo incubo.

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Caro Direttore,
perdonami, ma oggi vorrei disturbarti per delle futilità. Infatti voglio raccontarti un sogno che ho fatto l’altra notte: magari tu sei in grado di spiegarmene il significato.
Come purtroppo mi capita spesso anche nella realtà, avevo fatto tardi in ufficio, laggiù al Centro Direzionale, ed ero rimasto completamente solo. Con quel sottile senso di angoscia che spesso accompagna i sogni di chi indulge troppo ai piaceri della tavola di sera, decido di tornare immediatamente a casa. Prendo l'ascensore e scendo direttamente nel garage dell'ufficio, dove custodisco la mia inseparabile vespa.
Con sorpresa e disappunto mi accorgo che essa non è più al suo posto, ma un uomo, che non riesco a vedere in volto, la sta montando e, fermo col motore acceso davanti alla saracinesca, sta per aprirla tagliando con un paio di forbici un nastro tricolore che la chiude. Lancio un urlo, uno di quegli urli silenziosi ed impotenti dei sogni, e l'uomo scompare nel nulla. La vespa rimane lì, in piedi da sola e col motore acceso.
Usciamo insieme nel buio della notte, l'uno a fianco all'altra, perché la vespa cammina da sola a fianco a me che procedo a piedi. Le strade sono deserte e fanno paura. Vorrei correre, ma non ci riesco, anche se la vespa, più veloce, è sempre un metro avanti a me.
E cammina cammina, arriviamo finalmente a piazza Plebiscito, anch' essa silenziosa e deserta. A prima vista.
Guardando bene, mi accorgo che il bel pavimento di piperno è letteralmente coperto di cavalli morti e c'è un uomo, lo stesso di prima, che li sta ammucchiando in un cono degno della Butte di Waterloo e cerca poi di ricoprirli di sale, senza però riuscirci appieno. Dalla montagna di sale sporgono sinistramente teste zampe code di cavalli morti.
Mi avvicino all'uomo o, meglio, è la vespa che si dirige verso di lui ed io sono costretto a seguirla. L'uomo, che non ho il coraggio di guardare in faccia, indossa una fascia tricolore intorno alla vita. Mi vede e mi apostrofa: "Perché non ti inchini davanti a questa eccelsa opera d'arte? "Sto per aprire bocca per rispondergli che non capisco molto di questa specie d'arte, quando improvvisamente squilla un telefono. È il telefonino dell'uomo, che si rivela come un videotelefono della grandezza di un televisore da 25 pollici. Sul televisore appare una splendida ragazza seminuda che con voce flautata si rivolge all'uomo: "Caro, io sono la chat line dell'amore! Mi hai chiamato?".
Cerco un'altra volta di interloquire, ma l'uomo mi spintona brutalmente e mi minaccia: "Zitto, imbecille! O vuoi andare anche tu a Bolzano?"
Sotto il peso di questa minaccia mi sveglio di soprassalto ed il sogno, illogico e scombinato come tutti i sogni, finisce.
Ma torniamo alla realtà. La mattina dopo il sogno mi alzo e vado in ufficio, in vespa come sempre. In via Marina cado letteralmente in una buca nuova, che non avevo ancora visto. Totale dei danni: 85000 lire di riparazione alla vespa ed un giaccone strappato. Per fortuna nessun danno alla persona. La sera, all'uscita dall'ufficio, mentre mi inoltro nei meandri sotterranei del Centro Direzionale, vedo veramente un uomo che armeggia sulla mia vespa. Mi vede e si allontana in un baleno: aveva solo cercato di rubare le cinquemila lire di benzina dal serbatoio. Torno a casa e trovo un bell'avviso di mora dell’Esattoria, assolutamente incomprensibile. Il giorno successivo, solo per capire di che si tratta, sono costretto a peregrinare in tre uffici diversi. Alla fine scopro che si tratta di multe stradali mai notificate. Per rimediare, a meno che non voglia pagare supinamente, dovrò fare una lunga odissea in altri uffici, comunali e non, di questa nostra stupenda città.
Ti chiedo allora, Direttore, visto che il sogno, che mi aveva tanto spaventato, in fondo è meno brutto della realtà, non può essere che esso volesse semplicemente esortarmi ad avere un po' di speranza nel futuro?
In fondo, le montagne di sale col tempo spariscono e le chiacchiere lasciano il campo ad una realtà di sfacelo e di disservizio. Questo è sotto gli occhi di tutti e noi napoletani, pur essendo molto pazienti, quando bisognerà eleggere il nuovo Sindaco ed il nuovo consiglio comunale, non dimenticheremo.
Anche a nome di chi, per fare il suo dovere, è stato sbattuto a Bolzano.