Paolino Vitolo, consulente informatico, webmaster, ITC 	consultant, giornalista, scrittore.Il dovere della verità
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(IL MONITORE - novembre 2000)

Che la Sinistra sia faziosa l’abbiamo sempre saputo: Lenin fu il primo a teorizzare a chiare lettere come fosse indispensabile e addirittura meritorio manipolare e nascondere la verità per gli scopi della rivoluzione. E il comportamento degli scrittori, dei giornalisti, dei critici, degli uomini di cultura, che scientemente o inconsapevolmente si rifanno a quell’abietta dottrina, è una chiara applicazione del principio che “il fine giustifica i mezzi”.
Devo dire che la Destra sembra destinata a soccombere in quest’impari lotta: i nostri principi di onestà, di lealtà, di rettitudine fanno a pugni con l’uso reiterato e scientifico della menzogna, della parzialità, e, nella migliore delle ipotesi, dell’omissione, cui – tanto per citare un esempio – giornali come “La Repubblica” ci hanno abituati. Sarà per questo che il nostro atteggiamento nei riguardi dell’iniziativa del Presidente della regione Lazio Storace, lungi dall’essere forte e deciso come essa meriterebbe, è piuttosto tiepido e reticente, pieno di timidezza da educande. Come nella favola del lupo e l’agnello, la Sinistra, proprio in virtù dei suoi succitati abbietti principi, è molto brava a farci passare dalla parte del torto, quando abbiamo ragione da vendere, e noi, invece di far valere le nostre sacrosante ragioni, stiamo a disquisire sull’opportunità dell’iniziativa di Storace, sul fatto che spetti o no ad un’amministrazione regionale il compito di vigilare sulla parzialità dei testi scolastici, e così via.
La verità è che la mozione della regione Lazio è servita solo (e in questo è estremamente meritoria) a sollevare un problema che da sempre passava sotto silenzio. Alla faziosità, al conformismo purtroppo ci si abitua facilmente: è molto meno faticoso tacere e chinare il capo, piuttosto che lottare, far valere le ragioni della verità e “vigilare”, come dicono i nostri avversari politici. Se un insegnamento possiamo trarre dai mostruosi principi leninisti, è che, come la menzogna può diventare verità, se ripetuta, reiterata, insistita, così la verità ha bisogno di essere detta, ridetta, dichiarata, urlata, perché continui a essere verità.
E allora non deleghiamo ad altri, a un’iniziativa di un’amministrazione pubblica, un dovere che è nostro; vigiliamo con forza, rifiutiamoci di accettare a capo chino la menzogna, ma diffondiamo la verità con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione. E rifiutiamoci di acquistare i libri di storia faziosi che vengono imposti ai nostri figli, i giornali che dicono il falso; e non stanchiamoci di parlare, di scrivere, di dichiarare, di urlare i nostri principi. Contestiamo i professori bugiardi, confutiamo i giornalisti disonesti, spegniamo la televisione spazzatura e, soprattutto, parliamo ai giovani, ai nostri figli, che il regime vuole ignoranti e meschini, e offriamo loro la verità, la lealtà e l’onestà.
Non stanchiamoci di farlo: la salvezza sta in noi, soltanto in noi.

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