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(Attualità del 30 dicembre 2010)

Camusso Landini

Ho voglia di fotografare Susanna Camusso, segretario generale della CGIL.  Magari abbracciata con Maurizio Landini, segretario della FIOM.
Perché questa voglia malsana, mi chiederete, amici miei?
Va bene, non voglio deludervi: vi rispondo subito, prima che pensiate che io sia impazzito. Ricordate un vecchio film di Alberto Sordi, intitolato “Il federale”? Forse i più giovani di voi non lo ricordano, ma io lo vidi tanti anni fa, quando ero molto più giovane di oggi. La storia è questa. Un giovane fascista convinto viene incaricato di accompagnare un professore antifascista non so dove, non ricordo bene. Egli cerca di svolgere l’incarico nel migliore dei modi, anche perché cerca di fare carriera e di guadagnarsi la carica di federale. Il guaio è che il fascismo è praticamente caduto, anzi cade durante la missione del nostro personaggio, e, alla fine del film, quando ormai gli ex fascisti stanno tutti molto italianamente scappando, Alberto Sordi trova una divisa da federale ed il professore, diventato quasi suo amico, lo spinge molto ironicamente ad indossarla, perché “tanto se l’è meritata”. Sordi non può resistere e la indossa e si sente veramente un federale. Passa una jeep di soldati americani, che ormai stanno risalendo l’Italia, e, invece di arrestarlo, si limitano a fotografarlo sghignazzando. Il personaggio del film non lo sa, ma è di colpo diventato un oggetto da museo.
La Camussi e il Landini non lo sanno, ma sono diventati anche loro due oggetti da museo. La FIAT e gli altri sindacati si accordano in maniera soddisfacente come mai si era visto prima, dando un ottimistico calcio alla crisi, e i due oggetti da museo si oppongono, dichiarano uno sciopero e lanciando anatemi contro gli altri due sindacati confederali. Evidentemente i poveretti hanno nostalgia della vecchia “trimurti”, che – grazie a Dio – non esiste più. E, non contenti di aver semidistrutto in passato l’economia italiana, vorrebbero ancora la rivoluzione con bandiere rosse e tutta la paccottiglia del passato. Mi dispiace per loro, ma la falce e martello non esiste più nemmeno in Russia. Ne resta solo un simulacro nelle loro menti malate di poveri, patetici, tristi e squallidi manichini di cera di un museo degli orrori, che nessuno visita più.

30 dicembre 2010

Paolino Vitolo
paolino.vitolo@fastwebnet.it


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