Paolino Vitolo, consulente informatico, webmaster, ITC 	consultant, giornalista, scrittore.Par condicio elettorale
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(IL MONITORE - gennaio 2001)

Silvio Berlusconi    Francesco Rutelli

Anno nuovo, vita nuova. Notiamo con piacere che i tromboni della Sinistra non si limitano più a blaterare di “par condicio” e di “conflitto di interessi”, ma hanno deciso di scendere sullo stesso campo dell’odiato avversario Berlusconi. Quindi, in base al vecchio detto che recita che la miglior difesa è l’attacco, l’ineffabile Rutelli, autonominatosi campione dello schieramento sinistro, ha cominciato a tappezzare le strade d’Italia di manifesti con il suo faccione di dimensioni invero non trascurabili, tali da evocare la durezza del bronzo, che d’altronde la rappresentazione fotografica da sola non potrebbe rendere. Comunque il fatto che la sua sia una faccia di bronzo è evidenziato dalle sue promesse elettorali, sciorinate a caratteri cubitali sotto la faccia stessa, promesse che somigliano drammaticamente a quelle del suo antagonista.
Mancanza di fantasia? Troppa foga nell’emulare il nemico, nella speranza di raggiungerlo e sorpassarlo? Tutt’altro! Il fatto è che anche i sinistri sanno benissimo che cosa manca all’Italia per diventare una nazione civile e che cosa desiderano gli italiani. Non bisogna essere delle aquile per capire che la sicurezza è un bene prezioso, ma purtroppo a noi negato; che l’unico modo per frenare la criminalità non è l’inasprimento delle pene, ma semplicemente la certezza delle stesse; che nessuno nel terzo millennio è razzista per partito preso, ma comunque non si può accettare un’immigrazione selvaggia, senza un controllo degli immigrati stessi; che è giusto e doveroso pagare le tasse, ma solo se queste sono eque e corrispondono a effettivi benefici e servizi per il cittadino.
E’ questo, almeno in parte, il programma di governo del Polo delle Libertà, e Rutelli l’ha sposato in pieno; ne siamo lusingati: significa che anche agli occhi di un avversario politico il programma è giusto e anzi – direi – lapalissiano. Difficile quindi il compito del campione sinistro, che si pone l’obiettivo di contrastare la Destra su un terreno che – diciamolo senza falsi pudori – è sempre stato e sempre sarà di esclusivo appannaggio della Destra. E ancor più difficile diventa, quando il suddetto campione, nel giustificato timore di sembrare poco originale, si abbandona al facile gioco di dichiarare che Berlusconi è un bugiardo che non manterrà mai le sue promesse, mentre egli sì che lo farà, dimenticando che tanti, troppi italiani sanno bene, per averlo visto e vissuto di persona, come egli NON ha fatto il sindaco di Roma.
Questa precoce campagna elettorale ci ha mostrato una Sinistra dal volto in qualche modo “americano”, nel senso deteriore dell’aggettivo, relativo alla pessima abitudine dei politici ed anche dei pubblicitari d’oltre oceano di preferire la tattica di denigrare l’avversario a quella più leale e corretta di illustrare i propri meriti. A dire il vero, Rutelli non è il solo e neanche il primo che abbia sposato questa filosofia della scorrettezza, ma lui, più degli altri, nonostante il grande dispiegamento di mezzi e nonostante i manifesti, le convention, i siti internet, ci sembra un predestinato alla sconfitta. E se questo sentimento fosse lecito in politica, ci farebbe quasi pena.
La Sinistra infatti, da oltre cinque anni al potere, conquistato – ricordiamolo bene – non con nitidi mezzi democratici, ma con ribaltoni e giochi aritmetici da bassa politica, ha avuto tutto il tempo per realizzare il programma di Berlusconi, che ora Rutelli pretende di fare suo, dicendo per di più che solo lui dice la verità, mentre il Cavaliere non saprà mai realizzarlo. Perché l’Italia dovrebbe fidarsi di questo bellimbusto, ultimo arrivato, che per di più ha dato misera prova di sé al governo della capitale? E dove finirebbe il gioco dell’alternanza, se, dopo più di cinque anni di potere di una parte che non ci ha soddisfatti, non potessimo provare se l’altra parte sarà in grado di farlo?
Grazie tante, Rutelli! Sappiamo benissimo che la sicurezza è un diritto del cittadino e un dovere dello Stato, ma non sarai tu a fartene garante. Per questa volta daremo ad altri la nostra fiducia; tu e i tuoi compari avete avuto la vostra occasione e avete fallito. Non ve ne daremo un’altra.


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