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(IL ROMA - marzo 2005)

Al momento in cui scriviamo il Consiglio di Stato, capovolgendo la sentenza del TAR del Lazio, ha riammesso alle prossime elezioni regionali per la regione Lazio la lista Alternativa Sociale di Alessandra Mussolini. Francamente, con tutta la simpatia (purtroppo in fase di esaurimento) che ancora ci lega alla bionda (?) nipote del Duce, non riusciamo a capire il motivo di questo ripescaggio. Se è vero che l’iscrizione della lista in questione è stata ottenuta con firme false (e dobbiamo presumere che lo sia, a meno di non tacciare di bugiardi almeno un paio di Tribunali della Repubblica), se è vero – dicevamo – che le firme sono false, come mai un’autorità come il Consiglio di Stato dice invece che sono vere, o almeno dice che il fatto che siano false non ha nessuna importanza? Le circostanze ci spingono purtroppo a credere che anche questa sentenza, come tante altre recenti azioni della magistratura, sia inopportunamente politicizzata. Inopportunamente perché sappiamo benissimo che la magistratura dovrebbe essere apolitica per definizione, mentre invece a quanto pare non lo è affatto, se i fatti dimostrano che si è schierata a fianco delle sinistre, che, non certo per simpatia per il Fascismo e per Mussolini, hanno fatto di tutto (anche l’illecito) per aiutare una formazione politica, che, stando alla logica, dovrebbero vedere come il fumo negli occhi. La verità è una sola ed è semplicissima: la lista Alternativa Sociale non può vincere, ma potrebbe far perdere la lista di Destra del Presidente uscente Storace.
Questo ragionamento è confermato dal fatto che in Campania, dove la Mussolini ha un seguito più corposo e quindi non sono serviti gli imbrogli, le sinistre non si sono preoccupate di aiutarla. Ciò dovrebbe far meditare tutti quelli che a suo tempo si sentirono colpiti nei propri sacrosanti sentimenti, quando qualcuno, inopportunamente, straparlò di “Fascismo uguale male assoluto” e così via. Anche chi scrive, a suo tempo restò sdegnato, ma oggi, alla vigilia di un importante appuntamento elettorale, non è lecito far prevalere i sentimenti sulla ragione. Come abbiamo detto, Alessandra Mussolini può essere più o meno simpatica, ma sicuramente non vincerà le elezioni regionali né in Lazio né in Campania; al massimo riuscirà a strappare uno o due inutili seggi. Quello che potrà fare invece sicuramente, sarà togliere voti preziosi ai candidati della Destra che invece può vincere. E allora – mi dispiace dirlo – la battaglia della Mussolini è sbagliata ed ingiusta; sono certo che anche il Nonno la condannerebbe. Italo Bocchino, partito con uno svantaggio praticamente incolmabile, sta recuperando alla grande: a due settimane dalle elezioni i sondaggi gli attribuiscono il 43% dei consensi. Alla Mussolini viene attribuito un consenso del 5%, che a lei serve a ben poco, ma che, se la matematica non è un opinione, può rappresentare la differenza tra la vittoria e la sconfitta per il candidato della Destra. Abbiamo la possibilità, se saremo uniti, di liberarci dell’afragolese, che infesta la nostra scena politica da troppo tempo, con i risultati catastrofici quotidianamente sotto i nostri occhi. Vogliamo forse rinunciare a questa opportunità per inseguire i nostri sentimenti? Sarebbe un mostruoso egoismo! Abbiamo invece il dovere di essere compatti e uniti per vincere, dando il voto a chi può liberarci da una troppo lunga tirannia. Per il futuro ed il bene della nostra terra.


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