Paolino Vitolo, consulente informatico, webmaster, ITC 	consultant, giornalista, scrittore.E se Napoli diventasse come Cannes?
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(ROMA - Il Giornale di Napoli, 15 luglio 2000)

Cannes. Lungomare della Croisette, quello dei divi del cinema e del famoso festival. Chi non ci sia mai stato potrebbe immaginarlo come una spiaggia stupenda, quasi polinesiana, degno teatro di uno spettacolo che ogni anno eccita la fantasia degli appassionati del mondo della celluloide. La realtà è invece alquanto deludente: un lungomare abbastanza piatto, certo con bei palazzi e alberghi prestigiosi, ma con una spiaggia di sabbia grossolana larga pochi metri, interrotta al centro dal moderno complesso del festival. Eppure nei mesi estivi questa modesta spiaggetta pullula di bagnanti; ci sono comode scale per accedervi dalla strada, cabine spogliatoio e fontanelle di acqua potabile a disposizione del pubblico, cestini per i rifiuti e servizi igienici. In cima ad ogni scaletta un cartello in stile belle epoque della “Compagnie Générale des Bains de Mer” invita il pubblico a usufruire della spiaggia e dei servizi messi a disposizione gratuitamente. Tutto è pulito, ordinato, dignitoso.
Napoli. Via Caracciolo, il lungomare più bello del mondo, incastonato tra la collina di Posillipo e Castel dell’Ovo, contornato anch’esso da bei palazzi e alberghi prestigiosi, e in più stretto nell’abbraccio della Villa Comunale. La spiaggia purtroppo non c’è più, anche se dalle antiche guaches la immaginiamo bellissima; oggi è ridotta alla spiaggetta della rotonda Diaz e anch’essa, come quella di Cannes, nei mesi estivi pullula di bagnanti, ma non ci sono né cabine né fontanelle né tanto meno servizi igienici, né alcuna “compagnia dei bagni di mare” augura buon bagno ai poveracci che sguazzano coraggiosamente nell’acqua sporca e nei rifiuti. Eppure – alleluia! – il mare di via Caracciolo è stato dichiarato balneabile, e ci sono pure personaggi del bel mondo e della buona borghesia, che, nonostante preferiscano bagnarsi nelle acque di Capri, gioiscono pubblicamente di questa bella notizia.
Non vogliamo abbandonarci al solito vittimismo e fatalismo meridionale, quindi cerchiamo di vedere la cosa in positivo. Se qualcuno, probabilmente investito dell’autorità per farlo, ha dichiarato che il mare di Napoli è pulito, ciò sarà probabilmente vero e – cosa più importante – ci sarà chi si preoccuperà di mantenerlo tale, con un servizio di pulizia del piccolo arenile e delle scogliere circostanti, nonché delle stesse acque, che a tutt’oggi purtroppo ospitano evidenti rifiuti galleggianti. E ci sarà qualcuno che provvederà a quei servizi minimi atti ad assicurare la decenza e la dignità minima del mondo civile per chi vorrà usufruire di quel mare così graziosamente concesso. Così non dovremo preoccuparci dei venditori ambulanti abusivi, della gente maleducata, del fatto che i napoletani non si comporterebbero civilmente, perché è dimostrato e lampante che, se le condizioni al contorno sono civili, umane e dignitose, il popolo napoletano diventa di correttezza addirittura “nordica”. E così potremmo ottenere che il paradiso, in cui abbiamo la fortuna di vivere, non sia più abitato da diavoli, come disse un viaggiatore del grand tour, ma semplicemente da persone normali. Come quelle che fanno il bagno alla Croisette, che non è il paradiso irraggiungibile che si potrebbe credere, ma soltanto un posto normale in un paese normale.


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